Etiopia, terra di contrasti
Questo è stato per me un vero e proprio viaggio nella storia..
Con alcuni compagni di avventure abbiamo effettuato un incredibile viaggio in Etiopia, un esperienza avventurosa che mi è rimasta nel cuore e che vorrei condividere con voi popolo di Avventure&Viaggi….ecco la mia storia!
Abbiamo volato con la compagnia Egyptair, facendo uno scalo al Cairo con ahimè lunghe ore di attesa in Aeroporto, prima di poter riprendere il volo successivo…in pratica una notte passata in volo!
Una buona idea?
Arriviamo nelle prime ore dell’alba nella capitale, l’intenzione era quella di prendere un volo interno e fare la tratta Addis Abeba/Bahir Dar sul lago Tana con circa 1 ora di volo ma poi abbiamo optato sul prendere un bus di linea…
È stata una follia vera e propria, ma non volevamo perderci la bellezza e la vastità del territorio, un vero mosaico fatto di canyon, laghi, distese infinite di savana e altopiani, una terra incredibile un sogno che è diventato realtà!
Purtroppo abbiamo provato subito sulla nostra pelle quanto possa essere difficile viaggiare in Etiopia su quelle strade infernali, la maggior parte sterrate, colme di pericoli e imprevisti anche alla misera velocità di soli 30 km orari.
Le ore passavano lentamente e avevamo la sensazione di non arrivare mai a destinazione, per fortuna siamo stati ricompensati dal panorama che ci circondava.
Dopo “solo” 17 ore di viaggio e “ben” 2 soste per aver forato la bellezza di 2 volte, con un panino e una bottiglia di acqua abbiamo passato la nostra prima giornata in Etiopia, arrivando a Bahir Dar, dove avremo passato anche la notte.
Iniziamo la scoperta
La mattina successiva abbiamo iniziato la nostra escursione muniti di una barchetta dalla precaria stabilità, raggiungendo i mistici monasteri del lago Tana, e anche se il ronzio del motore della barca non è riuscito a portarci indietro nel tempo, ci ha fatto comunque effetto il primo incontro con i monaci appena abbiamo messo piede sulle isolette.
Qui non abbiamo trovato le architetture come quelle di Lalibela e del Tygrai, ma gli affreschi che adornano le pareti dei monasteri con i loro colori, il modo di esprimere il senso della vita e dell’umanità tipici dell’arte etiope, sono davvero strabilianti!
La penisola si trova a circa 40 minuti di barca da Bahir Dar e quasi tutti i viaggiatori visitano solo i quattro monasteri nei pressi della costa.
Noi invece abbiamo deciso di visitarne 3: Ura Kidane Meret, il Bete Maryam e il Azuwa Maryam.
Rimaniamo colpiti per i loro dipinti così accesi e dal tetto di paglia che spicca verso il cielo…si percepisce di essere in un luogo spirituale, indelebile…da rimanere col naso all’insù dall’atmosfera e da tanta bellezza…
Il giorno successivo abbiamo percorso una strada secondaria sterrata giungendo alle cascate del Nilo Azzurro a Tis Abay.
Questo luogo è stato talmente affascinante che non riesco a descriverlo a parole, ma solo i miei occhi possono capire.
Certo ci saremo aspettati di trovarci in un miscuglio di nebbie, spruzzi e arcobaleni…
Invece niente di tutto ciò! “Solamente” una voragine alta 42 metri, perché purtroppo l’impianto idroelettrico a monte ha privato il Tis Abay della sua gettata d’acqua.
Tengo a precisare che nonostante ciò ne è valsa comunque la pena raggiungere questo posto, anche perché per arrivare fin qui abbiamo dovuto cimentarci in un breve trekking immersi ad una meravigliosa natura.
Abbiamo ripreso il nostro viaggio verso Gondor anche qui non ci siamo lasciati sfuggire delle lunghe ore seduti in bus dove in circa 12 ore arriviamo a destinazione…giusti per l’ora di cena!
Manca l’acqua, che novità!
Appena arrivati ci siamo presi una bella delusione… l’avevamo tanto desiderato per tutto il giorno ma non abbiamo potuto farci ne una doccia ne tanto meno cambiarci gli abiti sporchi, perchè in quei giorni che stavano senz’acqua.
L’indomani mattina abbiamo visitato i nobili palazzi imperiali, il palazzo di Fasiladas, le torri, la sala da pranzo e ricevimento e i bagni di pubblici, ma ciò che mi ha colpito di più è stata la Chiesa di Debre Berhan Salassie.
Entriamo nella storia in punta di piedi
Una singolare leggenda narra che sia rimasta intatta nel tempo grazie ad uno sciame di api, salvandosi dalla distruzione come gran parte delle chiese di Gondor.
Tutto è così strano e meraviglioso allo stesso tempo, che per un attimo mi è sembrato di essere sbalzato indietro nel tempo.
Ad attirare la nostra attenzione è il soffitto, con file e file di cherubini alati a rappresentare l’onnipotenza di Dio…ben 135 angioletti, anche se 13 non erano più visibili perché erosi dalle infiltrazioni d’acqua.
Intorno a noi figure di personaggi singolari con abiti sgargianti dai colori accesi, con una luce negli occhi che non avevo mai visto.
Il luogo è pervaso da un’alone di magia, tanto che non avrei voluto più andarmene…il rendersi conto di trovarsi proprio in quel luogo così speciale e che non era un sogno, ma realtà, è stato davvero incredibile!
Il viaggio ha proseguito, stavolta a 4500 metri di altitudine sui Monti Simien, mettendoci alla prova con un trekking di 2 giorni.
Devo affermare che da qualunque parte li si osservi, i Monti Simien regalano sempre una vista mozzafiato.
Questo immenso tavolato roccioso, segnato da canaloni e pinnacoli, offre opportunità di trekking impegnativi ma infinitamente appaganti.
Noi ci siamo alzati a notte fonda per incamminarci e poter non perdere l’alba con i suoi colori e immense sfumature.
Fortunatamente abbiamo soggiornato al Simien Park Hotel che anche se caro per le nostre tasche, è stato il più bello di tutta l’Etiopia.
Strade impossibili
Ancora una volta non avevamo calcolato correttamente i tempi di quanto avremmo impiegato per attraversare i Monti Simien e raggiungere Axum.
Partiti fin dalle prime luci dell’alba, memori dal fatto che il tratto da percorrere è in pessime condizioni con strade accidentate e sterrate, e per cercare di giungere ad Axum prima che facesse buio ( in quelle condizioni stradali viaggiare di notte tutto è più difficile).
I buoni propositi sono stati inutili, in quanto le condizioni delle strade sempre più disastrose e, in alcuni tratti impossibili da percorrere, hanno contribuito in modo determinante al farci giungere a notte fonda dopo ben 20 ore di viaggio alla velocità di crociera di 25/30 km orari.
Axum è per me una lunga serie di enigmi in attesa di una soluzione.
Percorrendo le sue strade polverose mi è venuto il dubbio se sia esistita veramente la regina di Saba… e se nella sua piccola cappella è veramente custodita l’Arca dell’alleanza che Mosè porto con sé dal Monte Sinai…Mistero!
In ogni caso Axum è molto di più di un insieme di mute rovine.
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