Circuito del Paine – Patagonia Cilena

Facebooktwitterpinterest

Un approccio alla Patagonia come quello che propongo è un tipo di viaggio un po’ diverso dal normale.

Infatti invece di viaggiare in lungo e in largo per cercare di avere una visione completa di questa vasta regione, ho preferito, insieme a mio figlio Lorenzo, concentrarmi su un solo luogo approfondendo al massimo la sua conoscenza, affrontando un trekking di 12 giorni, tenda, sacco a pelo e zaino in spalla, in totale autonomia.

Per affrontare questo viaggio è assolutamente necessaria una buona preparazione fisica e un’attenta cura nella scelta dei materiali.

Intendiamoci, non si parla né di scalare montagne, né di ferrate, ma camminare in totale autonomia per circa 120 chilometri in un luogo che seppure meraviglioso, ha un clima estremamente variabile con temperature che possono oscillare da 0 a 20 gradi.

Informazioni preliminari

Parlando di clima, il periodo migliore va da dicembre a marzo, i mesi più affollati sono gennaio e febbraio.

Abbiamo usato zaini da circa 80 litri, una tenda igloo da 3 posti (per permetterci di tenere tutto all’interno durante la notte), materassini da trekking gonfiabili (4 stagioni perché isolano bene dal freddo) e sacchi a pelo a mummia di piumino.

Non avevamo altri bagagli se non un un minizainetto  a scomparsa per il bagaglio a mano durante i voli aerei.

Da casa però avevamo già nello zaino cambusa (cibo) per circa 6 giorni.

Le bombolette per il fornellino si comprano sul luogo, non possono viaggiare in aereo!

Logistica “spiccia”

Siamo partiti da Bologna, scali: Madrid, Santiago del Cile e arrivo a Punta Arenas, una cittadina in stile coloniale sullo stretto di Magellano che fù un importante scalo marittimo fino a quando venne aperto il Canale di Suez.

Da Punta Arenas, se non si noleggia un’auto, occorre prendere un bus (ci sono diverse linee ad orari abbastanza regolari) per Puerto Natales (200 km circa di distanza).

Questo paesino pullula di negozi sportivi, localini, alberghetti, piccoli supermercati e turisti ed è l’ideale per procurarsi tutto quello che manca prima di andare al “Parque National Torres del Paine”.

Il parco dista poco più di 100 km da Puerto Natales e i bus partono tre volte al giorno nella stagione turistica lasciando i visitatori all’ingresso denominato Laguna Amarga.

Appena arrivati all’ingresso del parco, siamo stati “sequestrati” per una mezzora negli uffici dei rangers, che ci hanno istruito sul regolamento da rispettare durante la permanenza.

Inoltre viene richiesto di dichiarare quanti giorni si intende restare e l’itinerario che si intende percorrere.

E’ assolutamente vietato fare campeggio libero e accendere fuochi.

Il parco comprende un massiccio montuoso centrale con le famose Torri, i Cuernos ed il Paine Grande che con i suoi 3.050 metri di altezza è il picco più alto.

Esso è circondato da fiumi, laghi dai colori spettacolari e ghiacciai, con scenari che variano dalla steppa a boschi verdissimi e ad aride pietraie e morene di alta montagna, un vero paradiso per chi ama la natura selvaggia e incontaminata.

Come visitare il Circuito del Paine

Semplificando, i modi per visitare il parco sono 3, a seconda di quanto tempo gli si vuole dedicare:

1 – un paio di giorni per andare a percorrere il sentiero che, con un’andata e ritorno di 8 ore circa, conduce al  “mirador” delle Torri del Paine.

2 – il percorso denominato W che in circa 5/6 giorni, permette di visitare tutta la metà inferiore del massiccio, comprese le 2 deviazioni all’interno (valle dei francesi e mirador Torres del Paine);

3 – il circuito completo, denominato O che, in circa 10/12 giorni, compie il perimetro completo del massiccio comprese le deviazioni di cui sopra.

Il 90% dei visitatori si limita ai primi due, noi abbiamo scelto di fare il circuito completo e l’esperienza è stata indimenticabile!

Zaini in spalla, si parte!

Ci siamo tenuti un paio di giorni di margine perché può succedere con una certa frequenza di essere costretti dal maltempo a soste forzate.

Si cammina sempre a quote non elevate, da circa 300 metri di altitudine ai 1.600 metri del passo Gardner, il punto più elevato e anche più complicato da superare del giro, in quanto in caso di cattivo tempo, i rangers possono decidere di chiudere il passo per il pericolo di improvvise tormente di neve.

Comunque vale assolutamente la pena tentare, infatti dal passo si gode di una vista mozzafiato sul ghiacciaio Grey, un’immensa lingua di ghiaccio che si dirama dallo Ielo Sur, il terzo ghiacciaio del mondo per dimensioni, che si va a tuffare nell’omonimo lago.

Abbiamo percorso l’anello in senso antiorario proprio perché, arrivando al passo, la vista del ghiacciaio si apre improvvisa davanti a te e ti accompagna per tutta la discesa fino alla fine della tappa, sicuramente la più dura di tutto il trekking.

La scelta di camminare in totale autonomia ha  comportato il disagio di avere uno zaino del peso di circa 18 kg, in compenso non siamo stati costretti a prenotare i pernottamenti in anticipo nei rifugi o nei campeggi che tra l’atro in alta stagione sono molto affollati.

Occorre anche tenere presente che in almeno due dei punti di sosta nella parte nord del circuito i rifugi sono assenti e le aree per il campeggio sono estremamente spartane.

Alcune considerazioni IMPORTANTI

Dopo la mi esperienza, queste sono le cose che sono UTILI da considerare prima di partire…

Ricordatevi di portare dello spray contro zanzare e mosquitos.

Portate occhiali da sole e protezione solare: il buco dell’ozono laggiù è molto nocivo

Portate anche pastiglie per potabilizzare e purificare l’acqua, noi abbiamo usato il Micropur che in Italia non è più commercializzato ma si può acquistare online.

Se, come è capitato a noi, avete la fortuna di trovare bel tempo e quindi vi rimangono un paio di giorni liberi, sia a Puerto Natales che a Punta Arenas si può trovare qualcosa da fare.

In entrambe le cittadine si trovano ristorantini che servono pesce davvero squisito e a buon mercato.

A Puerto Natales si può fare una bella gita giornaliera in barca lungo il fiordo su cui si affaccia la cittadina, il Seno ultima Esperanza.

A pochi chilometri dalla cittadina si trova la grotta del Milodon, dove sono sati trovati i resti fossili di un  mammifero preistorico.

A Punta Arenas si organizzano gite per visitare una colonia di pinguini e se vi resta un’oretta di tempo, in città c’è un pittoresco cimitero monumentale dove si trovano tombe di persone arrivate laggiù da ogni parte del mondo.

Un’ultima cosa: state attenti se vi trovate davanti ai frutti del calafate, una bacca locale simile al nostro mirtillo: la leggenda dice che, chi se ne nutre non potrà fare a meno di tornare in Patagonia; io l’ho assaggiato ed in Patagonia ci sono stato quattro volte…!!!

Fabio
Latest posts by Fabio (see all)
Facebooktwitterpinterest
Fabio

Fabio

Fabio Cocchi, classe 1956, bolognese. Abituato a viaggiare fin da ragazzo grazie alla passione trasmessami dai genitori. Nonostante il lavoro da impiegato che mi costringe a una vita sedentaria, amo lo sci e la mountain bike.

3 pensieri riguardo “Circuito del Paine – Patagonia Cilena

  • Avatar
    20 Febbraio 2017 in 13:49
    Permalink

    Deve esser stato un viaggio bellissimo! Sogno di visitare Cile ed Argentina prima o poi 🙂

    Rispondi
  • Avatar
    1 Febbraio 2020 in 12:58
    Permalink

    Ciao sono michael, io volevo fare il O trek e parto il 20 di agosto ma se non prenoto i campeggi è un problema.?

    Rispondi
  • Fabio Cocchi
    31 Marzo 2020 in 11:52
    Permalink

    Ciao Michael, il posto in campeggio non è un problema, se sei completamente autosufficiente. Il problema è che in agosto là è pieno inverno, c’è sicuramente tanta neve e il Paso Garner è sicuramente chiuso e secondo me molti campeggi. In quel periodo consigliano limitarsi al percorso W dove, al rifugio Grey , Pehoe’ e Las Torres, sempre che siano aperti, si puo’ pernottare senza fare campeggio. Probabilmente si gira con le ciaspole allungando notevolmente i tempi di percorrenza. Secondo me il perodo migiore, e quindi con meno gente, è dicembre, evitando il periodo Natale e Capodanno oppure da metà febbraio a tutto marzo.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *