Vendemmia in Franciacorta: un sogno!
È stato come tornare bambini..
Alzi la mano chi , fin da bambino, incuriosito da libri, film o dai racconti di persone anziane, non ha desiderato di provare l’emozione della vendemmia?!?!?
Non tutti magari sono stati fortunati come me e crescere in campagna dove ogni fine estate spuntava l’incantesimo…e vedevi trasformarsi dei chicchi raggrinziti e opachi, in splendide perle dorate e succose, il mattino sentivi l’odore dell’erba bagnata dalla rugiada notturna, le file di viti erano gremite da laboriose persone che a ritmo serrato raccoglievano tutti i grappoli…
Un conto però è vivere la vendemmia in maniera casalinga, poche viti, poco più di qualche decina di cassette di raccolto.. un conto è vedere il dietro le quinte delle grosse aziende vinicole…
Lucky Girl
Devo confessarvi che ho avuto il privilegio di essere ospite di una delle eccellenze italiane proprio durante uno dei momenti più importanti della vita aziendale.
Mi riferisco alla nota azienda Guido Berlucchi Spa di Borgonato di Corte Franca (BS) ed alla vendemmia.
Ho potuto assistere alla raccolta dell’uva in uno dei tanti vigneti, precisamente in quello che loro amorevolmente chiamano “Laura 2”, ad una visita guidata dello stabilimento dove avviene la spremitura, del laboratorio, e di Palazzo Lana (la residenza storica).
Una giornata di forti emozioni
Innanzitutto sorpresa per la calorosa accoglienza ed attenzione che ci è stata riservata, da Francesca, Relazioni Esterne & Ufficio Stampa, da Ferdinando, l’enologo, a tutti gli altri che si sono prodigati per noi.
La Guido Berlucchi è una realtà storica e piuttosto importante non solo a livello nazionale, se si pensa che nei momenti topici sono impegnate circa 1000 persone tra il personale dipendente e gli agricoltori della zona che conferiscono l’uva dei loro vigneti.
Tuttavia sembra di stare in una grande famiglia, ci mettono talmente tanta passione e amore nelle loro mansioni, che sembra non lo facciano per lavoro..
Meticolosi nella cura di tutti i particolari, soprattutto in una annata difficile come questa.
Strategie come in una partita a scacchi
Abbiamo scoperto, che qui la vendemmia è un rito tutt’altro lasciato al caso.. Le viti vengono monitorate costantemente, e al momento giusto, una squadra esce per fare la prima selezione, eliminando i grappoli rovinati e non adeguati alla raccolta recidendoli e lasciandoli cadere a terra…naturalmente la coltivazione qui è di tipo biologico (ben 95 ettari) 😎
Tra l’altro, da circa un anno anche gli agricoltori che conferiscono l’uva all’azienda hanno convertito i loro terreni. Francesca ci raccontava che molti di loro espongono orgogliosamente dei cartelli nei vigneti indicando di essere fornitori della Guido Berlucchi.
Tornando alle fasi di raccolto, quando i grappoli sono finalmente pronti al raccolto, si da il via alla vendemmia vera e propria, dove non solo si raccoglie, ma prima di deporlo in cassetta viene fatta un ultima cernita dei chicchi non “perfetti”.
L’uva, soprattutto chardonnay, viene poi conferita nello stabilimento dove è attesa da 8 presse che la schiacciano lentissimamente.
Ogni pressa contiene uva di un unico vigneto. Il succo passa poi nei grandi contenitori d’acciaio dove trascorre una notte e viene raffreddato ad acqua.
Nessuno dice che per raffreddare un litro di mosto ci vogliono 9 litri d’acqua. La Guido Berlucchi, attenta anche in questo, è riuscita a ridurre questi numeri, grazie ad un sistema di recupero, fino ad arrivare a soli 3 litri.
Ciò che non si vede
Alla guida di Ferdinando abbiamo visitato lo stabilimento con le sue enormi presse e le giganti botti d’acciaio luccicante.
C’è stato modo di assaggiare del mosto, appena prima che lo zucchero lo trasformi in alcool.
Nel bicchiere il succo è già limpido e di colore giallo paglierino. Il gusto poi è indescrivibile: è dolcissimo!!
Talmente dolce che il nettare passa dalla bocca alla gola quasi attanagliandola.
Un momento divertente è stato vedere i lieviti che stavano letteralmente “ribollendo” in un grande tino.
Questi vengono poi aggiunti al vino per donargli le bolle che ci piacciono tanto… 😆
Si è poi passati al laboratorio. Acciai lucidi e l’ordine di tutte le varie attrezzature hanno confermato la linea guida dell’azienda.
Solitamente nel laboratorio sono occupati un paio di addetti che durante i momenti di maggiore intensità lavorativa vengono affiancati da altri.
Una delle cose che più mi ha colpito è che il laboratorio si occupa anche di testare i tappi di sughero che poi serviranno a tappare le bottiglie, mettendone dei campioni a dura prova.
Per le bottiglie si affidano ad una particolare vetreria, in quanto, soprattutto per le bottiglie magnum e nabbuccodonnosor creano delle bottiglie rinforzate, infatti, in caso di forte pressione, devono cedere e non scoppiare altrimenti diventerebbero pericolose.
Tra le mura della storia
Una forte emozione l’ho provata anche quando sono entrata a Palazzo Lana dal portone principale. L’elegante dimora della famiglia Ziliani ci ha ospitato per l’assaggio del Cellarius, o meglio dei Cellarius Brut, Cellarius Pas Dosè e Cellarius Rosè, accompagnati da prodotti biologici tipici della zona.
Confermato anche in questo frangente quanto sia la passione e l’amore che le persone che lavorano in azienda dedicano al Berlucchi.
Francesca, con la stessa intensità con cui qualche attimo prima aveva raccontato la storia dell’azienda, le vicende delle famiglie e le origini del Berlucchi ‘61, ci ha descritto le caratteristiche dei tre vini.
Personalmente, dopo un momento di indecisione, ho capito che quello che preferisco è il Cellarius Rosè.
Non sono certo una intenditrice per cui non so spiegare il perché, ma credetemi è sublime.
Un grazie dunque alla grande famiglia Guido Berlucchi Spa per avermi concesso l’onore di entrare a farne parte anche solo per un giorno, con l’intenzione di tornare per il Festival Franciacorta che si terrà il 20 e 21 settembre.
Prosit!
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