Mar Morto e le Miniere di Re Salomone
Alle spalle ci lasciamo Gerusalemme..
Il nostro viaggio dunque prosegue verso est, percorrendo una strada tutta in discesa che si snoda simile a un serpente, attraverso le aride colline del deserto della Giudea, fino a raggiungere le rive del Mar Morto.
Il viaggiatore si trova a passare dal clima secco di Gerusalemme ad un’aria calda, umida e afosa; è quella del punto considerato il più basso della Terra, a circa -400 metri sotto il livello del Mar Mediterraneo.
Sfatiamo i luoghi comuni?
Il Mar Morto – in realtà è un lago – non ha mai visto morti per annegamento, infatti qualunque corpo vi si immerga risale in superficie come un sughero grazie alla sua elevatissima salinità.
Le sue rive sono state teatro di numerosi eventi narrati dalla Bibbia, come la distruzione delle città di Sodoma e Gomorra che si narra siano state fatte sprofondare dalla collera Divina.
Pernottiamo a Masada per tre notti, troviamo ospitalità al “Masada Guest House” che, più che ad un ostello, assomiglia ad un albergo a 5 stelle. 😆
Lo consiglio in quanto è in posizione strategica se avete intenzione di visitare la fortezza di Masada alle prime luci dell’alba.
La struttura che ci ospita è già di per se molto bella, si trova in una delle zone – a mio parere – più affascinanti di tutta Israele, quasi sospeso a mezz’aria tra l’imponente fortezza di Masada ed il Mar Morto.
Il Palazzo di Erode il grande
Per visitare la fortezza di Masada ci siamo svegliati a notte fonda ed abbiamo percorso a piedi il ripido e tortuoso Sentiero del Serpente, ancor oggi l’unico passaggio per potervi accedere.
Muniti di torcia elettrica e di tanta forza di volontà per salire fino alla ripida vetta del monte su cui è arroccata la fortezza di Masada, nota anche come fortezza di Erode.
Rappresenta una delle tappe irrinunciabili per i turisti che visitano Israele.
Fu il luogo di una terribile tragedia collettiva accaduta nel 73 D.C., quando 960 persone si suicidarono per non cadere nelle mani dei romani che assediavano la cittadina.
Questo sito è pervaso da un’atmosfera struggente e indelebile soprattutto nelle ore che precedano l’alba.
Il mio consiglio è quello di evitare di salire alla fortezza nelle ore centrali della giornata, sia per il terribile caldo (in agosto si sfiorano i 45°) sia per non perdere lo splendido spettacolo dell’alba che offre incredibili colori.
Si può salire anche con la funicolare ma sento di sconsigliare anche questo, per non perdere tutte le emozioni che suscita la salita lungo il Sentiero del Serpente.
A percorrerlo ci si impiega quasi 45 minuti, con un dislivello di circa 400 metri, ma una volta giunti alla vetta si viene subito ricompensati della fatica.
Visitiamo il sito, poi man mano che l’aria si fa più calda decidiamo di tornare giù sempre lungo il tortuoso sentiero.
La discesa fa ancora più paura, perché la luce del giorno ci permette di vedere sì meglio dove mettere i piedi ma ci fa anche vedere gli spaventosi burroni che costeggiano lo stretto passaggio da una parte e dall’altra.
L’incantesimo delle acque del Mar Morto
Il nostro viaggio prosegue lungo le rive del Mar Morto sui luoghi in cui si dice sorgessero le città di Sodoma e Gomorra distrutte dal castigo di Dio.
La zona è pervasa da un alone di magia, con le spiagge bianche di sale dalle formazioni più bizzarre.
Fare il bagno qui è un po’ difficoltoso perché si deve lottare contro la forza che spinge in superficie e poi fantasticamente una volta usciti dall’acqua ci si asciuga immediatamente.
Avrei voluto fermarmi qui ancora qualche giorno, per assaporare i silenzi del Mar Morto, i suoi tramonti ed il suo mistero che lo rende ancora più indimenticabile e magico, ma è tempo di proseguire il viaggio.
La direzione è ancora più a sud, verso il deserto del Neghev.
Uno dei luoghi più famosi del Neghev è il Red Canyon, una fessura nella roccia profonda 10 – 20 metri e larga 1 – 2 metri, in certi tratti si riduce a meno di un metro.
Dopo varie discese ci arrampichiamo per uscire dal canyon e torniamo sulla strada di ritorno, destinazione la città di Eilat sul Mar Rosso.
Eilat è una delusione, non solo per la presenza di enormi e torreggianti alberghi di lusso ma anche per l’assenza di spiagge tanto che ti trovi costretto a fare dietro front verso la piscina del proprio albergo.
Per gli amanti della vita da spiaggia consiglio di puntare senza esitazione verso Taba e la penisola del Sinai, oppure come alternativa passare il confine e raggiungere le spiagge di Aqaba in Giordania che è raggiungibile tranquillamente anche a piedi, data la vicinanza tra le città di Eilat e Aqaba.
Sempre con i nostri mezzi presi a noleggio, il giorno seguente visitiamo la valle del Timna, famosa per i suoi giacimenti di rame.
Un luogo conosciuto da tutti come le “Miniere di Re Salomone”
Le miniere erano note agli antichi Egizi ed ai Romani, tanto che il sito è costellato da miniere risalenti a quell’epoca, e tutt’oggi vengono utilizzate.
Il Timna è un tratto di deserto caratterizzato da straordinarie formazioni rocciose multicolori; è un parco dove ci si può immergere tra numerosi fenomeni geologici come l’Arco Naturale, il monolito conosciuto come Mushroom (Fungo) e le Colonne di Re Solomone dette Solomon’s Pillars.
Muniti di cartina e di buona volontà abbiamo camminato una giornata attraverso alcuni dei paesaggi più selvaggi e affascinanti dei deserti israeliani.
Personalmente sconsiglio, a chi fosse intenzionato, di prendere un bus per arrivare alla Valle di Timna.
Questo perché fermano in corrispondenza di un bivio che conduce al parco, a circa 2,5 km prima del suo ingresso, e per raggiungere i luoghi interessanti del sito occorre camminare parecchio.
Ritengo che per raggiungere il parco, come del resto per visitare tutto il deserto del Neghev, valga la pena noleggiare un’automobile.
L’ultimo giorno a Eilat decidiamo di trascorrerlo al mare, così proseguiamo lungo la costa in direzione del confine Egiziano dove è possibile trovare un po’ di tranquillità, lontano da porti e da imbarcazioni e dove il mare è più profondo.
Anche perché, come avevo già detto, a Eilat non vi sono delle vere e proprie spiaggia e poi il profilo della città assomiglia ad un cantiere edile, tutto pietre e ghiaia ed enormi palazzi.
Canyon e deserto rosso fuoco: emozioni a fior di pelle
Il vero fascino di Eilat sta nella magia del deserto, delle montagne e dei canyon circostanti.
Dopo aver fatto scorta di acqua, risaliamo il deserto del Neghev ma questa volta percorrendo l’entroterra anziché il confine con la Giordania.
La nostra prossima tappa è Mitzpe Ramon, città situata trova sopra un promontorio che si affaccia sul grande Makhtesh Ramon conosciuto ai più come Cratere Ramon.
Con i suoi 40 km di lunghezza e 9 km di larghezza è uno dei più grandi crateri del Neghev; va oltre ogni nostra aspettativa e immaginazione.
Camminiamo rasenti al cratere, con le sue vertiginose pareti, da dove partono una serie di escursioni, alcune facili altri invece sono percorsi più impegnativi.
Noi ci accontentiamo di rimanere ad ammirare il panorama abbarbicati sul bordo del cratere, dove è possibile comunque godere di una incredibile vista.
Da lassù ci rendiamo conto che per visitare tutti i sentieri che si snodano all’interno del cratere non basterebbero 3 giorni.
Noi, non trovando strutture libere per dormire, non abbiamo potuto fermarci neanche per una notte. ..Peccato!
Ci sarebbe piaciuto poter vedere Makhtesh Ramon al tramonto..sarà per un’altra volta.. 😉
Il viaggio continua, stay tuned! 😆
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