In viaggio con… Wandering Wil: Il viaggio!

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All’inizio della nostra chiacchierata con Wil, abbiamo approfondito le sue dinamiche di viaggiatore e quello che nel viaggio cerca.

Oggi condividiamo con voi quello che ci ha raccontato sul suo rapporto con la scrittura.

Allacciate la cintura, si riparte!

Wil at Artic Polar CircleLe perle di Wandering Wil

Parlando di “racconti di viaggio”, cosa ti preme di più comunicare con la scrittura?

Se scrivo di un posto, tante volte parlo più di vita e motivazione al cambiamento che di viaggio vero e proprio: mi piace raccontare l’emozione che il posto mi ha dato, più che i dettagli.

Non c’è un solo indirizzo di ristorante o albergo in quello che scrivo.

Più che uno che scrive articoli mi sono sempre considerato un  raccontatore di storie – guai a chiamarlo travel blogger, espressione che non ama – quindi tantissime volte di fronte alle persone mi piace raccontare una storia, quasi una favola.

Con lo scopo di emozionare.

faro

E in queste storie, quanto pesano le fotografie?

Tanto. Ho un approccio vocale alla scrittura, leggo a voce alta più volte perché mi deve suonare bene: ci sono le parole, la comunicazione non scritta “tra le righe” e poi c’è l’immagine.

Ci metterei anche la musica e i profumi, se potessi, per rendere la comunicazione più efficiente possibile.

Che strumenti usi per fotografare?

Ho una compatta con controlli manuali, Canon S90, faccio foto in raw.

Ho anche una Nikon reflex con varie lenti.

Preferisco in genere i panorami, sono un naturalista.

Non colgo bene i dettagli, in particolare in città: non riesco a fotografare in città.

Non piacendomi, forse non riesco a vederne la bellezza da fotografare.

Questo è fondamentale anche nella scrittura,

non puoi scrivere una cosa se non sei emozionato nel farlo,

vengono fuori delle cose patetiche.

japanese girl

E con i Social network che rapporto hai? Quali utilizzi di più?

Twitter mi era stato consigliato, avevo provato ad usarlo ma non mi piace la comunicazione istantanea, l’uso di frasi catchy, anche nei titoli: infatti mi dicono che i miei non sono SEO friendly, ma non mi piace che non siano aderenti con quello che racconto nel post.

Però condivido l’uscita dei post su Facebook e Twitter, anche se in generale questo aspetto, il dover pensare ai numeri, non mi piace.

Instagram mi rifiuto categoricamente di usarlo, perché è colpevole di aver diffuso una serie di foto orrende.

G+ lo uso come alternativa a Facebook, ha delle funzioni migliori ed è un modo per “pescare in un mare diverso”, inoltre viene favorito da Google nei risultati delle ricerche.

Risposte a “caldo”

Cosa ne pensi dei link a pagamento e delle tecniche SEO per aumentare la visibilità?

È una cosa che preferirei non fare, non vorrei diventasse un’altra trappola.

Ma quando iniziano a leggerti tante persone, a farti i complimenti, ti seguono – mi è successo durante il viaggio in Scandinavia – vorresti condividere sempre di più.

Ho cercato di tenermene lontano, però la trappola è dietro l’angolo.

cascate di iguazù

Il panorama del blogger di viaggi è sempre più vasto, quali sono i tuoi preferiti?

Il blog di Ornitorinko e quello di Angelo Zinna Explore More.

Come avrete ormai capito e come potrete approfondire leggendolo sul suo ricchissimo blog – cosa che vi invitiamo fortemente a fare – Wil non è un semplice travel blogger come gli altri, è più un filosofo del vagabondare come stile di vita, scelto e cercato.

Perchè, come dice lui:

..non tutti i vagabondi ha perduto la via..

deserto deserto

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Valentina
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Valentina

Viaggiatrice e newly expat in cerca di un posto nel mondo. Un po' veneta, un po' terruncella, nel 2015 sono partita da Padova con biglietto solo andata. Ho vissuto a Londra e ora mi trovo a Dublino.

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